La parte conclusiva della trilogia “Mattone nel muro” si apre con l’immagine di Pink che distrugge con la chitarra il proprio televisore. La scena viene ripetuta per diverse volte lasciando poi il posto ad un riff di chitarra familiare (quello appunto degli altri “mattoni nel muro”) che non è più quello pacato della prima parte, che fa riferimento alla sua infanzia, nè il ritmo vivace che sottolinea l’epoca adolescenziale, piuttosto ci si presenta un arrangiamento in cui gli strumenti tutti suggeriscono uno stato di esasperazione che non lascia speranza. A proposito di questo momento, lo stesso Waters commenterà che in quel preciso istante l’uomo desiderasse davvero quell’isolamento che tanto temeva.
Se ci pensate, quale prova più evidente della rottura della comunicazione di qualcuno che ci dice: io non ho bisogno di niente.
TOGETHER WE STAND
DIVIDED WE FALL
E’ arrivato il libro della guida in italiano a Pink Floyd The Wall di Alan Parker,
una versione ampliata, riveduta e corretta dell’analisi contenuta in questo sito web.
Another brick in the wall 3
I don’t need no arms around me.
And I don’t need no drugs to calm me.
I have seen the writing on the wall.
Don’t think I need anything at all.
No!
Don’t think I’ll need anything at all.
All in all it was all just bricks in the wall.
All in all you were all
just bricks in the wall.
Un altro mattone nel muro 3
Non ho bisogno di braccia attorno a me
Non ho bisogno di droghe per calmarmi
Ho capito quello che sta succedendo
Non pensate che abbia bisogno di qualcosa
No!
Non pensate che avrò bisogno di qualcosa
Dopotutto era solo mattoni nel muro
Dopotutto eravate solo
mattoni nel muro
Ognuna delle cose che hanno contribuito a creare il suo muro, vengono adesso rifiutate fermamente. Parlo dei farmaci (droghe) che avrebbero dovuto alleviare il suo dolore e delle relazioni con gli altri individui (le braccia) che non gli avrebbero fatto soffrire la solitudine. Nella sua esperienza, le droghe non avevano fatto che aumentare la distanza tra sè ed il resto del mondo, mentre le braccia lo avevano trattenuto dallo spiccare il volo: il riferimento è chiaramente l’abbraccio della madre e quello traditore della moglie.
La frase del testo “I have seen the writing on the wall“, oltre a richiamare alla mente il muro metaforico che Pink ha costruito fino ad ora, fa riferimento probabilmente al libro del Vecchio Testamento di Daniele: “le scritte sul muro” che compaiono sulla parete del palazzo del Re Baldassare di Babilonia vengono interpretate da Daniele come un presagio oscuro per il re. Baldassare viene infatti ucciso quella stessa notte ed il suo regno viene diviso tra Medi e Persiani. In questo senso ho tradotto la frase “writing on the wall” con “ho capito quello che sta succedendo“: nella mente di Pink, la scritta sul muro è quella che lo mette in guardia contro le creature nel mondo esterno, ed i mattoni diventano un promemoria costante del tipo di dolore che la vita può arrecare ad un uomo sensibile qual’è lui.
L’ironia del fatto sta che nonostante si paragoni al profeta Daniele, per aver correttamente letto ed interpretato le “scritte nel muro”, sta condannandosi alla fine di Baldassare.
Le sequenze del film sono un vero e proprio guazzabuglio di immagini che rappresentano i mattoni raccolti fino a quel momento dall’uomo. Ogni ferita viene ricordata con un ritmo frenetico: il matrimonio e l’infedeltà della moglie, l’insegnante, la campana di vetro nella quale lo aveva rinchiuso la madre ed il bombardamento del bunker di suo padre. Le immagini sono intervallate da scene di cariche della polizia contro dei giovani che hanno ingaggiato una sommossa a colpi di molotov: la rivolta ricorda la scena iniziale di In the Flesh e probabilmente vuole sottolineare la rivolta interiore che Pink sta sperimentando e che lo porterà ad isolarsi definitivamente dal resto del mondo. In tal senso la schiera di militari pronti a resistere alla sommossa potrebbe essere intesa come il muro di Pink che resiste al mondo esterno.
In questo brano compare per la prima volta l’immagine dei vermi in sovraimpressione a due immagini, la prima dove Pink giace in un letto d’ospedale, particolare che probabilmente fa riferimento a Comfortably Numb, la seconda alla moglie che urla. Una spiegazione iniziale sulla presenza di queste creature andrebbe ricercata nella naturale associazione dei vermi con la morte, poiché questi si nutrono di cadaveri, attraverso questo metafora l’autore potrebbe sottolineare la propria morte nel mondo esterno e la rinascita all’interno del muro nella figura del terribile dittatore protagonista delle sequenze successive (in realtà, vedremo più avanti come i vermi rappresentino il degrado dell’umanità del protagonista, ma questa consapevolezza l’autore l’avrà soltanto alla fine di Comfortably Numb).
Sia la musica che i testi culminano nella rabbiosa constatazione che sono tutti mattoni nel muro, che chiunque abbia avuto contatti con lui è responsabile del dolore che prova e dell’uomo che è diventato.
Pink prende quindi consapevolezza del fatto che qualsiasi legame col mondo esterno gli crea solo dolore, a questo punto l’unica cosa da fare è posare l’ultimo mattone per così completare il suo muro e dire addio a quel mondo crudele.
Formazione
- Roger Waters – voce principale, basso elettrico, chitarra ritmica
- David Gilmour – chitarra principale
- Nick Mason – batteria
- Richard Wright – Prophet-5 Synthetiser
Immagini
ANALISI CRITICA A PINK FLOYD THE WALL DI ALAN PARKER
PINKFLOYDTHEWALL.IT – LA VERA STORIA DIETRO IL MURO © 2011-2023 Nicola Randone. Lyrics / Artwork © 1979 Pink Floyd / Gerald Scarfe. Images from the movie © 1982 Sony Music Entertainment. E’ facoltà di chi lo desidera riportare i contenuti della presente opera a patto di citare la fonte e comunque nella sola eventualità che si tratti di progetti senza finalità di lucro. Ogni uso non autorizzato dei testi sarà perseguito nei termini di legge.