La canzone inizia con un primo piano sui detriti della camera d’albergo distrutta nelle sequenze precedenti. Il caos nella stanza rispecchia perfettamente lo stato mentale del protagonista e fa da contrappunto depressivo all’esplosione maniacale di One of my Turns. Il ritmo lento del pianoforte, appesantito da un effetto di riverbero e di sintetizzatori, crea la sensazione di trovarsi in uno spazio vuoto che si allarga in tutte le direzioni. Man mano che la telecamera si muove all’indietro, fino al momento in cui la creatura aggredisce Pink, un gioco di prospettiva ci fa sembrare la stanza sempre più grande e lui, con tutto l’arredamento intorno, più piccolo: il grande senso di solitudine e disperazione che l’uomo sta provando, traspaiono senza difficoltà dalle immagini che lo straordinario Alan Parker ci sta regalando.
Nella versione del film la canzone è tagliata a metà, mancano infatti le prime strofe che comunque riporto integralmente.
TOGETHER WE STAND
DIVIDED WE FALL
E’ arrivato il libro della guida in italiano a Pink Floyd The Wall di Alan Parker,
una versione ampliata, riveduta e corretta dell’analisi contenuta in questo sito web.
Don’t leave me now
Ooooh babe,
don’t leave me now.
Don’t say it’s the end of the road.
Remember the flowers I sent.
I need you, babe
To put through the shredder
In front of my friends.
Ooooh babe,
don’t leave me now.
How could you go?
When you know how I need you
To beat to a pulp on a Saturday night
Ooooh babe,
don’t leave me now.
How can you treat me this way?
Running away.
Ooooh babe.
Why are you running away?
Non lasciarmi adesso
Oh, bambina!
Non lasciarmi adesso
Non dire che è la fine della strada
Ricorda i fiori che ti ho spedito
Ho bisogno di te, bambina
Per buttarti nel tritatutto
Davanti ai miei amici
Oh bambina
Non mi lasciare ora
Come puoi andartene
pur sapendo che ho bisogno di te
Per picchiarti a sangue il sabato sera?
Oh bambina
Non lasciarmi adesso
Come puoi trattarmi così?
Scappando via?
Oh bambina
Perché stai scappando via?
Il titolo della canzone ci porta a pensare che Pink sia ancora incapace di riconoscersi colpevole della fine del suo rapporto ed invita la moglie a non lasciarlo nonostante sia stato lui stesso ad averla portata a questa decisione. Come abbiamo visto innumerevoli volte, durante la costruzione del suo muro Pink si crede vittima di ogni mattone, scaricando le proprie responsabilità sugli altri. In questo caso specifico egli è convinto di aver fatto tutto quello che doveva per recuperare il rapporto: le ha mandato dei fiori (Remember the flowers I sent), le ha detto quanto ha bisogno di lei (When you know how I need you), e non si spiega come lei gli possa dire che oramai sono arrivati alla fine del loro percorso (Don’t say it’s the end of the road); ancora gli domanda come abbia potuto andarsene (How could you go?) e come potesse trattarlo in quel modo (How can you treat me this way?) per infine accusarla di essere scappata via.
E’ interessante notare nei testi come ad ogni espressione di un sentimento positivo Pink associ anche un immagine brutale di violenza (Ho bisogno di te, bambina per buttarti nel tritatutto davanti ai miei amici – come puoi andartene pur sapendo che ho bisogno di te per picchiarti a sangue il sabato sera?). La spiegazione a questo atteggiamento ci viene dalle scene che hanno preceduto questo momento. Come già sviscerato in Mother, Pink ha associato la tendenza al controllo di sua madre nel rapporto con la moglie: contrapporre un sentimento positivo come il bisogno che sente per lei ad un’immagine di violenza, non fa altro che sminuire la parte bella delle sue emozioni in favore di una patetica immagine di virilità: naturalmente, per noi spettatori un tipo di comportamento del genere non può che essere giudicato infantile e a tratti patetico.
A sostegno di quanto detto la scelta del regista di riprendere le immagini di The Thin Ice e di Mother. Del primo viene ripresa la scena della piscina, del secondo la moglie a letto con l’amante.
A seguito del suggeguirsi di tutte queste immagini dolorose, mentre la televisione continua a trasmettere il film DamBusters, l’ombra della moglie entra in scena, nel frattempo la stanza è diventata enorme e Pink sempre più piccolo. L’ombra avanza verso di lui a piccoli passi e, sul bollire dell’hammond di Richard Wright, si trasforma in una figura simile ad una mantide religiosa che a tratti riprende le sembianze del fiore rappresentato nel video di What Shall We Do Now?. Ci troviamo ancora una volta davanti ad un “simbolo di femminilità” come dichiara Gerald Scarfe nelle interviste sul DVD. Pink, terrorizzato dalla figura che si scaglia contro di lui, si rifugia in un angolo della stanza accovacciandosi; il tutto si alterna alle scene della moglie avvinghiata al suo amante con il meraviglioso assolo di Gilmour.
Il video termina con l’immagine di Pink che siede in posizione fetale in un angolo della sua camera con le mura blu: la scena richiama ancora una volta all’innocenza e all’infanzia da cui l’uomo non si è ancora staccato del tutto.
Curiosità
- La voce che si ascolta quando Pink cambia canale è quella di Chick Hearn e pare che sia stata presa dal commento in diretta di una partita tra i Lakers e i Bulls registrata nella stagione 78/79.
- La scena delle gocce di sangue in primo piano è stata filmata dalla Oxford Scientific Films.
Formazione
- Roger Waters – chitarra, VCS3, voce
- Nick Mason – batteria
- David Gilmour – basso, chitarre, coro
- Richard Wright – basso a pedali, organo, pianoforte, sintetizzatore
Immagini
ANALISI CRITICA A PINK FLOYD THE WALL DI ALAN PARKER
PINKFLOYDTHEWALL.IT – LA VERA STORIA DIETRO IL MURO © 2011-2023 Nicola Randone. Lyrics / Artwork © 1979 Pink Floyd / Gerald Scarfe. Images from the movie © 1982 Sony Music Entertainment. E’ facoltà di chi lo desidera riportare i contenuti della presente opera a patto di citare la fonte e comunque nella sola eventualità che si tratti di progetti senza finalità di lucro. Ogni uso non autorizzato dei testi sarà perseguito nei termini di legge.
Trovi che tu abbia fatto un bellissimo lavoro e dopo la lettura di ogni pagina critica e la visione di ogni frammento rivedrò e riascolterò con aumentata consapevolezza questo capolavoro ; resta però pur sempre un mistero l’alchimia che rende questa opera vera arte capace di colpire cuore e ventre.
*Trovo
Ciao Meg
In “the fall of the house of husher” nel primo album di Alan Parsons, Orson Welles recita:
“Shadows of shadows passing. It is now 1831, and as always, I am absorbed with a
delicate thought. It is how poetry has indefinite sensations, to which end music is an
essential, since the comprehension of sweet sound is our most indefinite conception.
Music, when combined with a pleasurable idea, is poetry; music, without the idea, is
simply music. Without music, or an intriguing idea, colour becomes pallor, man
becomes carcass, home becomes catacomb, and the dead are, but for a moment,
motionless … “ … la musica senza un’idea è solo musica :))
Un caro saluto e grazie per le tue parole
Credo il significato di questa meravigliosa opera dei Pink Floyd sia da riferire, come ultima e profonda chiave di lettura, al non risolto complesso edipico del protagonista dal quale ne esce profondamente combattuto nel sentimento odio-amore nei confronti del sesso femminile. Dove in definitiva sviluppa un senso di castrazione. Questa supposizione trova riscontro anche in altri brani dell’opera. Davanti ad una figura paterna idealizzata nell’eroe soldato ed una mamma iperprotettiva asfissiante, pink sviluppa un indefinito senso di colpa che cerca inutilmente di cancellare sia nei confronti della identità femminile che nei confronti della società.
Caro Fabrizio
Credo che il punto sia proprio quello che hai descritto ed è probabile che i riferimenti alla psicoanalisi di tipo freudiano che ho riscontrato in tutta l’opera non siano del tutto casuali.
Un saluto e grazie per il tuo intervento