La vera storia dietro il muro

When the tigers broke free (parte 2)


When the tigers broke free pt. 2, anche questa non presente nell’album in studio, sembra arrivare come la naturale prosecuzione delle scene precedenti con uno balzo temporale di almeno 6-7 anni. Pink (all’età di 12-13 anni) torna a casa da scuola e trova il certificato di morte del padre in un cassetto della stanza di sua madre.

Il dettaglio sulla pergamena ci permette finalmente di leggere il nome del padre: J.A. Pinkerton. Questo suggerisce che Pink non sia il vero nome del protagonista ma probabilmente un soprannome. Anticipando la scena di The Happiest day of our lives, gli amici si rivolgono a lui col nome di Pinky e successivamente, in Young Lust, durante il colloquio con l’operatore telefonico, la donna del call center si rivolge a lui chiamandolo Mr. Floyd. Ne consegue che il vero nome (per esteso) del protagonista è in realtà Floyd Pinkerton .

Insieme al rotolo, il giovane Pink trova anche un rasoio da barba, simbolo maschile per eccellenza, una scatola di proiettili e la divisa militare del padre che nella scena successiva veste davanti al trittico di specchi di sua madre. La camera a questo punto effettua passaggi di scena tra il giovane e suo padre, entrambi con la stessa divisa, questo ci fa pensare ancora una volta all’amore di Roger per i cicli: il giovane che prende il posto (e gli oneri) del vecchio; il padre di Pink indossa l’uniforme della “guerra”, con il peso che questo comporta: Pink porta quell’uniforme caricandosi però di un altro tipo di peso, e cioè il trauma causato dalla perdita del padre.

Le personalita’ frammentate di Pink

La posizione degli specchi nella camera della madre duplica l’immagine principale di Pink in altre due, quasi a sottolineare la sua personalità frammentata, mentre il padre viene sempre mostrato in un angolo. Si potrebbe azzardare un’ulteriore interpretazione e cioè che l’immagine a sinistra rifletta il modo in cui Pink vorrebbe che gli altri lo vedessero, e cioè come il padre (cui non a caso è riservato quel preciso angolo), quella centrale lo raffigura per quello che realmente è (la figura è più bassa e sembra non sollevare alcun dubbio che sia un bambino che prova l’uniforme del padre), quella a destra il modo in cui lo vede sua madre e cioè il suo bambino e contemporaneamente l’ultima figura maschile rimasta in famiglia. Ogni immagine rappresenta quindi una frattura nella personalità di Pink, un altro di quei mattoni che contribuiscono a far crescere il suo muro.

A differenza delle tre parti di Another Brick in the Wall, questa canzone può essere considerata un reprise o meglio la continuazione di quella che esordisce nel film. Tuttavia se nella prima parte il tono si è mantenuto distaccato e calmo, qui la voce di Roger Waters irrompe in maniera straziante per sottolineare la presenza di quel dolore che, al principio, era sepolto nella mente ed incapace di venir fuori.

TOGETHER WE STAND
DIVIDED WE FALL

E’ arrivato il libro della guida in italiano a Pink Floyd The Wall di Alan Parker,
una versione ampliata, riveduta e corretta dell’analisi contenuta in questo sito web.


When the tigers broke free 2

And kind old king George
sent mother a note
where he heard that father was gone.

It was, as I recall
in a form of a scroll
with gold leaf and all.

And i found it one day
in a drawer of old photographs
hidden away.

And my eyes still grow damp
to remember
His Majesty signed
with his own rubber stamp.

It was dark all around
there was frost in the ground
when the tigers broke free.

And no one survived
from the Royal Fusiliers Company C.
they were all left behind,
most of them dead
the rest of them dying.

And that’s how  the High Command
took my daddy from me!

Quando le tigri si liberarono 2

Ed il buon vecchio re Giorgio
mandò una lettera a mia madre
appena saputo che mio padre era morto

Era, per quel che ricordo,
un foglio arrotolato
con un emblema dorato

L’ho trovato, un giorno,
in un cassetto di vecchie fotografie
nascosto (lontano)

I miei occhi ancora lacrimano
nel ricordare
che Sua Maestà firmò
con il proprio timbro di cera.

Tutto intorno era buio
il terreno era ghiacciato
quando le tigri si liberarono

Nessuno sopravvisse
della Compagnia C dei Fucilieri Reali
tutti loro vennero abbandonati
la maggior parte morti
gli altri in fin di vita

E fu così che l’Alto Comando
mi portò via mio padre.


Pink apre il cassetto con i ricordi del padre

Il buon vecchio Re Giorgio era stato così gentile (kind) da mandare alla madre di Pink una pergamena nella quale gli annunciava la morte del marito. E’ la prima volta nelle canzoni che riguardano la sua infanzia che Pink canta “it was, as I recall ” (era per quel che ricordo) chiarendo il fatto che si tratta di suoi ricordi, come se non fosse del tutto sicuro di quello che accadde. E’ interessante notare come nelle “tigri” (sia la prima parte che la seconda) sia presente una forte carica emotiva dovuta sicuramente al fatto che si tratta in tutto e per tutto di un fatto autobiografico legato alla vita dell’autore. Nei commenti del DVD, Waters racconta di come da bambino trovò in un cassetto ricordi di guerra, inclusa la pistola di servizio e le munizioni.  A differenza di molti altri brani presenti in The Wall, nelle “tigri” è rappresentata la verità storica di quello che accadde a Roger nella sua infanzia, quindi nè una versione romanzata dei fatti nè l’interpretazione personale dell’autore: i fatti nudi e crudi!

La pergamena col nome Pinkerton

Questi fatti, Roger li racconta con il medesimo tono distaccato che aveva contraddistinto l’esordio lasciando solo intuire il disgusto che prova per quello che è successo con un tono apertamente sarcastico. Così come nella prima parte aveva lasciato intendere il suo disprezzo per la guerra usando parole come “miserable” “ordinary” e “black”, nella seconda parte delle tigri “ridacchia amaramente” di fronte alla pergamena che il “gentile” Re Giorgio aveva mandato per dirgli che gli avevano ammazzato il padre. Quel misero foglio di carta era firmato con un timbro, particolare che aveva fatto “riempire gli occhi di lacrime” al ragazzo perchè il buon vecchio re Giorgio non si era disturbato neppure a firmare di suo pugno un documento così importante, al contrario aveva mandato un ciclostile che sottolineava l’indifferenza per gli individui caduti in guerra trattati tutti nel medesimo modo.

Pink continua nel racconto freddo come un cronista, ma con un disprezzo sempre meno velato dal sarcasmo. “Tutto intorno era buio, il terreno era ghiacciato” (un dettaglio storico riferito al fatto che la battaglia aveva avuto luogo in inverno, come anche un riferimento metaforico al desolato paesaggio di The Thin Ice), “tutti loro vennero abbandonati, la maggior parte morti, gli altri in fin di vita“, quando le “tigri” (e cioè i carri armati tedeschi) attaccarono la testa di ponte di Anzio. Qui l’autore accusa la patria di tradimento nei confronti dei suoi figli: quale generale abbandona i propri morti e feriti sul campo di battaglia?! Un ascoltatore distratto non riuscirebbe a cogliere la denuncia e l’odio che si nascondono tra le righe, d’altra parte occorre ricordare che una caratteristica del temperamento dei britannici è quella di mantenere la compostezza anche nei momenti più disperati,quella “quieta disperazione” che ritroviamo in “Time” (the Dark Side of the Moon). Riguardo l’accusa di Waters al governo inglese, è verosimile che i fatti storici non siano andati esattamente come li descrive l’autore, ciò non toglie che, nella sua mente, il giovane abbia maturato un odio profondo verso quell'”Alto Comando” che gli ha portato via il padre; è conseguente quindi la frustrazione nel dover appartenere e sottostare alle regole sociali.

Pink si meraviglia nel trovare aperta la porta della stanza della madre

Trovo sia interessante indagare sul significato che si può trarre dal ritrovamento da parte di Pink dei “ricordi” guerra. Questi sono nascosti in un vecchio cassetto, lontani (away), quindi intenzionalmente celati. Nelle scene del film si trovano in camera di sua madre, la cui porta era aperta: a giudicare dalla meraviglia nell’espressione di Pink, che salendo la scale si ferma per un attimo sull’uscio, si deduce che fosse abitudine della donna tenere chiusa la sua stanza. Sembra quindi che nel particolare della porta aperta e del termine “away” verosimilmente interpretabile come  “nascosti”, Pink stia accusando la madre di non averlo messo al corrente di tutto quel che c’era da sapere sulla morte del padre. Il fatto che sia un abitudine di Pink dare la colpa alla madre dei propri disagi mentali non è una novità, l’abbiamo già riscontrato in The Thin Ice e lo ritroveremo ancora, tuttavia ritengo che nessuno di noi  faccia fatica a giustificare una madre che cerca di tenere il proprio bambino lontano dai dolori, che sia al contrario una responsabilità dell’individuo, una volta grande, affrontare le proprie “mancanze” senza operare processi di rimozione.

Dopo aver portato alla luce i propri ricordi, Waters si abbandona ad una melodia nel canto un’ottava più in alto; la voce è graffiante e disperata: niente a che vedere con i toni bassi e calmi delle prime strofe. Come vedremo nel corso dell’analisi, anche in altri brani la scoperta dei ricordi rimossi porterà Pink ad una crisi furiosa ed incontrollata che, trattandosi di un’opera musicale, è ben descritta oltre che dalle parole anche dallo stile del cantato e dalle parti strumentali che lo accompagnano.

Formazione

  • David Gilmour – chitarra
  • Roger Waters – basso, voce
  • Rick Wright – organo Hammond, voce secondaria
  • Nick Mason – batteria, percussioni

Immagini


ANALISI CRITICA A PINK FLOYD THE WALL DI ALAN PARKER


PINKFLOYDTHEWALL.IT – LA VERA STORIA DIETRO IL MURO © 2011-2023 Nicola Randone. Lyrics / Artwork © 1979 Pink Floyd / Gerald Scarfe. Images from the movie © 1982 Sony Music Entertainment. E’ facoltà di chi lo desidera riportare i contenuti della presente opera a patto di citare la fonte e comunque nella sola eventualità che si tratti di progetti senza finalità di lucro. Ogni uso non autorizzato dei testi sarà perseguito nei termini di legge.


1 Commento

  • Riguardo la necessità da parte della madre di “tenere lontano” Pink dai ricordi del padre, ritengo che tale comportamento sia contrario alla volontà del bambino, che avrebbe preferito “sapere” e “conoscere” la storia del padre. Se in un primo momento conoscere la verità, i dettagli “dolorosi” delle vicende traumatiche provoca scompiglio, disagio e tristezza, in seguito questo comportamento risulta essere largamente più produttivo, liberatorio e quindi curativo per cercare di superare il trauma stesso. Per questo credo che Pink covi ulteriore risentimento nei confronti della madre, colpevole di avergli negato persino i ricordi e di averlo fatto deliberatamente.

La vera storia dietro il muro

Indice dell’analisi

"Pink Floyd's 'The Wall': Dietro il muro" © 2011-2017 Nicola Randone. Lyrics / Artwork © 1979 Pink Floyd / Gerald Scarfe. Images from the movie © 1982 Sony Music Entertainment.
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