La vera storia dietro il muro

Comfortably Numb

Per molti fan dei Pink Floyd, Comfortably Numb rappresenta la quintessenza della loro produzione musicale. Gli eccezionali arrangiamenti musicali, gli splendidi assoli di Gilmour, le linee vocali ed i testi anche di questo solo episodio dell’album The Wall testimoniano le ragioni per le quali questo gruppo è considerato uno dei migliori della storia del rock.

Comfortably Numb non è solo uno dei singoli di maggior successo del gruppo, ma anche una delle canzoni più importanti della seconda metà dell’album, sia da un punto di vista narrativo che tematico.

Se ricordate, nelle scene finali di Bring the boys back home ed un momento prima che entri in scena la batteria che introduce Comfortably Numb, si sente chiaramente la frase “C’è qualcuno là fuori?” evocata dalla mente di Pink forse in risposta ai rumori provocati da chi sta cercando di sfondare la porta della sua camera d’albergo. E’ tempo per la rock-star di tornare alla realtà ed è nella prima riga del testo che entra in scena il “dottore”, impersonato dallo stesso Waters , che inizia a valutare le condizioni dell’uomo. La sua prima frase è: Salve, c’è qualcuno là dentro?

TOGETHER WE STAND
DIVIDED WE FALL

E’ arrivato il libro della guida in italiano a Pink Floyd The Wall di Alan Parker,
una versione ampliata, riveduta e corretta dell’analisi contenuta in questo sito web.


Comfortably Numb

Hello,
is there anybody in there?
Just nod if you can hear me.
Is there anyone home?
Come on, now,
I hear you’re feeling down.
Well I can ease your pain
And get you on your feet again.
Relax,
I’ll need some information
first.
Just the basic facts.
Can you show me where it hurts?

There is no pain you are receding.
A distant ship, smoke on the horizon.
You are only coming through in waves.
Your lips move
but I can’t hear what you’re saying.

When I was a child I had a fever
My hands felt just like two balloons.
Now I’ve got that feeling once again
I can’t explain, you would not understand
This is not how I am.
I have become comfortably numb.

Ok,
just a little pinprick.
There’ll be no more…aaaaaaaaah!
But you may feel a little sick.
Can you stand up?
I do believe it’s working, good.
That’ll keep you going
through the show
Come on it’s time to go.

There is no pain you are receding.
A distant ship, smoke on the horizon.
You are only coming through in waves.
Your lips move
but I can’t hear what you’re saying.

When I was a child
I caught a fleeting glimpse
Out of the corner of my eye.
I turned to look but it was gone
I cannot put my finger on it now
The child is grown,
the dream is gone.

I have become
comfortably numb.

Piacevolmente insensibile

Salve,
C’è qualcuno là dentro?
Annuisci se riesci a sentirmi
C’è qualcuno in casa?
Tirati su, ora
Capisco che ti senta giù
ma posso calmarti il dolore
e rimetterti di nuovo in piedi
Rilassati
Innanzitutto ho bisogno
di alcune informazioni
Solo le cose principali
Puoi mostrarmi dove ti fa male?

Non c’è dolore ma ti stai allontanando
Una nave lontana che fuma all’orizzonte
Arrivi solo ad ondate
Le tue labbra si muovono
ma non sento cosa dici

Da bambino sono stato malato
Sentivo le mani gonfie come due palloni
adesso provo quella stessa sensazione
Non posso spiegartelo, non capiresti
Questo non sono io
Sono diventato piacevolmente insensibile

Ok
Solo una piccola puntura
non ci saranno più “Aaaaah!”
ma potresti avere un pò di nausea
Ce la fai a stare in piedi?
Credo che stia facendo effetto, bene
Questo ti manderà avanti
per tutto lo spettacolo
Dai, è ora di andare

Non c’è dolore ma ti stai allontanando
Una nave lontana che fuma all’orizzonte
Arrivi solo ad ondate
Le tue labbra si muovono
ma non sento cosa dici

Da bambino
ebbi una fugace visione
con la coda dell’occhio
Mi sono voltato, ma era già sparita
Non riesco più ad evocarla
Il bambino è cresciuto
Il sogno è svanito

Ed io sono diventato
piacevolmente insensibile


Nell’intervista del 1979 con Tommy Vance, Roger Waters descrive la scena iniziale presentando i protagonisti dell’irruzione: oltre all’equipe di medici, incaricati dal manager di consentire alla rock-star uno stato fisico idoneo a salire sul palco, troviamo anche il direttore d’albergo che inizialmente lamenta le pessime condizioni in cui versa la stanza ed il tour manager impersonato da Bob Hoskins che oltre a zittire il direttore mettendogli un bel pò di denaro nelle tasche della giacca, incalza il personale medico al fine di rimediare velocemente al problema.

Tu… maledetto bastardo

Dal testo della canzone non si evince la presenza di un’intera equipe ma di un solo medico che continua a fare domande a Pink nel tentativo di valutare la gravità della sua condizione. Con la domanda c’è qualcuno in casa il medico ripresenta, in chiave ironica, le perplessità dello stesso Pink riguardo la sua salute mentale che abbiamo riscontrato in Nobody Home. Prosegue poi cercando di rassicurare l’uomo con un eufemismo (so che ti senti giù) e promettendogli che farà in modo di calmargli il dolore a patto di ricevere alcune informazioni ed in particolare i punti in cui sente male. La verità è che per Pink il dolore è ovunque e da nessuna parte: un profondo disagio annidato nella sua mente e sepolto al centro del suo essere.

Superata la strofa dove il protagonista è il dottore, entra in scena lo splendido inciso cantato da Gilmour. La seconda persona utilizzata nella prima parte del testo ci lascia intuire che a parlare non sia Pink ma quella sorta di narratore onnisciente già incontrato in Hey You che a mò di coro greco spiega al protagonista la sua condizione.

There is no pain you’re receiding

La frase non c’è dolore ma ti stai allontanando, sembrerebbe voler suggerire a Pink le risposte da dare al medico e cioè che il suo stato non è determinato dal dolore fisico. Il mondo che ha imprigionato la rock-star non trova spazi sufficienti per una lettura coerente della realtà, quest’ultima viene infatti percepita in maniera intermittente: concetto espresso dalla bella metafora legata alle onde del mare (arrivi solo ad ondate) e ancor prima dalla riga “fumo di una nave lontana all’orizzonte“. Quest’ultima è un’immagine enigmatica ma decisamente eloquente che ci lascia immaginare come la rock-star percepisca il mondo esterno, una rappresentazione metaforica del sentimento d’isolamento e d’impotenza che sta sperimentando Pink: egli è come una nave alla deriva, ancora visibile (e quindi raggiungibile) ma allo stesso tempo fuori portata perchè possa ricevere prontamente una qualsiasi forma d’aiuto.

In letteratura sia l’acqua che il mare simboleggiano la mente, specialmente le profondità inesplorate dell’inconscio: la nave diventa il simbolo della personalità di Pink, o meglio di quella parte ancora sana che non è stata sommersa dall’oceano.

La febbre

Nel resto dell’inciso è Pink a parlare riflettendo come la sua mente vaghi smarrita tra presente e passato. Ed è proprio il suo passato da bambino che viene rappresentato nell’episodio specifico legato ad una malattia, quello stesso evento nel quale ci siamo già imbattuti in Mother ed in Nobody Home. Anche se l’autore non ci ha dato indicazioni specifiche sul tipo di malattia sofferta dal ragazzo è chiaro che qui il male agisce come un ponte di collegamento tra passato e presente: la sensazione di gonfiore alle mani che “sembravano due palloni” è sicuramente riferita sia all’episodio di febbre avuto da bambino (pensate alle sequenze di Mother) sia a quella “depressione da mani gonfie” accennata in Nobody Home e causata dall’assunzione di droghe e/o farmaci. Il completo disorientamento dell’uomo rispetto allo stato in cui si trova lo porta a sentirsi incapace di esprimere realmente se stesso e la sua situazione, per questo nel testo continua: “Non posso spiegartelo, non capiresti… questo non sono io“.

L’inciso si chiude con la frase che fa anche da titolo alla canzone: Sono diventato piacevolmente insensibile. A questo punto è chiaro come l’uomo abbia trovato la cura dal suo dolore rendendosi “insensibile” a qualsiasi emozione. Sicuramente in Pink tale stato d’animo è estremizzato in atteggiamenti autolesivi causati da un grave disordine mentale, tuttavia ciascuno di noi non dovrebbe fare troppa fatica a comprendere e forse a riconoscersi (in relazione a qualche episodio del proprio vissuto) nel personaggio. Talvolta la mente umana pone in essere delle condizioni che vorrebbero semplificare l’elaborazione di traumi molti gravi, vicende che normalmente sarebbero trattate dalle risorse interiori che forgiamo per proteggerci. La soglia di tolleranza è chiaramente un parametro soggettivo che non può essere quantificato perché soggetto al vissuto personale, fatto sta che di fronte ad un dolore troppo forte, mettere a tacere la capacità di emozionarsi è talvolta la soluzione più accettabile. E’ chiaro che ad un’analisi lucida e distaccata, tale soluzione è vista più come una fuga che una risoluzione, tuttavia questo tipo di considerazione non si adatta alla mente di chi sta vivendo il trauma sulla propria pelle e spesso la razionalità e la logica sono strumenti che non danno tutte le spiegazioni che ci servono quando si tratta di sentire.

A chiudere l’inciso, sullo stesso giro armonico del ritornello interviene la chitarra elettrica di Gilmour nel primo assolo della canzone.

Fedele alle tematiche del brano, anche le sequenze del film alternano immagini di presente e passato.

Il topo ferito

Nel momento in cui Pink evoca i ricordi d’infanzia, la scena si sposta sul familiare campo da rugby. A differenza delle immagini già viste in Goodbye Cruel World e When the tigers broke free pt.1, in Comfortably Numb la sequenza è arricchita dalla storia del bambino che raccoglie un topo ferito. Pink porta il ratto a casa mostrandolo alla madre che, prevedibilmente, reagisce con disgusto. A quel punto il bambino corre via alla ricerca di una casa per il suo animaletto e la trova improvvisando un letto di paglia all’interno di un capanno vicino al canale. Qui, spinto da quell’empatia che caratterizza i bambini con una sensibilità fuori dal comune, avvolge il roditore nel suo maglione sperando che il calore possa guarirne la ferita.

Il topo è morto
Il topo è morto

Poco prima dell’assolo di Gilmour appare la figura della madre in una versione inedita, un’immagine quasi divina che attraversa un cielo senza confini su uno scenario cui abbiamo già avuto modo di assistere in Nobody Home: il paesaggio brullo e desolante che rappresenta la condizione mentale di Pink.

Immediatamente dopo ci viene riproposta la sequenza in cui il giovane Pink viene esaminato dal medico, immagini identiche a quelle che vediamo in Mother. La precisa collocazione di questa sequenza, che segue alla vicenda del ratto, ci fa ipotizzare che la causa della malattia sia un’infezione trasmessa dal roditore. L’ipotesi ci porta ad un’interessante considerazione e cioè a come queste immagini mettano in luce il contrasto tra l’esperienza del giovane che si ammala per aver aiutato un’altra creatura e quella dell’adulto la cui malattia è determinata dal proprio egoismo.

Non ci saranno più ahhhhhh
Non ci saranno più ahhhhhh

La strofa successiva ci riporta al presente, qui il medico somministra all’uomo un’iniezione. Pink urla dopo che l’ago perfora il suo braccio, la risposta esagerata dell’uomo è probabilmente legata al dolore per i suoi ricordi d’infanzia piuttosto che a quello fisico procurato dall’ago, sicuramente trascurabile.

C’è stato un nutrito dibattito tra i fan su cosa potesse contenere la siringa, alcuni ritengono si trattasse di Naloxone, un farmaco utilizzato per contrastare gli effetti da overdose di eroina, altri sostengono che la “piccola puntura” contenesse Clorpromazina, utilizzata per risolvere gli effetti causati da LSD, altri ancora una miscela di anfetamine, per aumentare lo stato di veglia, o di Corticosteroidi, aiuti in risposta allo stress. E’ chiaro che il medico è interessato solo a risolvere i sintomi per consentire all’artista di “riprendersi”, tuttavia paradossalmente non fa altro che rinforzare il suo muro. A seguire ciò che Roger Waters disse nella sua intervista con Tommy Vance: loro (i manager) non sono interessati a questi problemi. Tutto quello che gli interessa è solo quante persone ci sono al concerto, quanti biglietti sono stati venduti e che lo show deve andare avanti… ad ogni costo.

Sulla base di quanto analizzato finora si potrebbe ipotizzare che ai fini della risoluzione del problema bisognava che l’uomo continuasse la propria ricerca o che perlomeno non fosse forzato a “far andare avanti lo spettacolo”. A partire da Hey You l’io bambino di Pink sembrava procedere in maniera sana per la risoluzione della problematica legata all’isolamento: se ben ricordate Hey You si conclude con la frase “insieme resistiamo mentre divisi cadiamo”. Quella “piccola puntura” sarà invece la causa scatenante della metamorfosi nel Pink dittatore che vedremo a breve, ed è probabile che l’iniezione abbia influenzato negativamente quel fragile processo di guarigione che ci aveva fatto ben sperare per il nostro.

Le incursioni nel passato continuano nel secondo inciso dove Pink evoca la volta in cui da bambino ha avuto una visione fugace con la coda dell’occhio. Non è la prima volta che ci troviamo di fronte ad una parte in The Wall che non possa essere interpretata in modi diversi: la visione fugace di cui parla Pink non fa eccezione.
Per alcuni è la triste realizzazione di come il ragazzo (e poi l’uomo) veda il mondo intorno: mura, sofferenza personale, maschere e tutto il resto. Può anche darsi che la visione si riferisca all’incontro avuto con l’altro se stesso nel manicomio alla fine di Nobody Home. Di qualunque cosa si tratti, il testo ci lascia intendere che sia solo un pensiero non troppo approfondito in quanto subito sostituito dalla realtà del presente (il bambino è cresciuto, il sogno è finito).

A questo punto entra in scena il secondo assolo di Gilmour, che questa volta si muove sul giro armonico delle strofe evocando un’atmosfera più drammatica.
La musica descrive alla perfezione il gravissimo stato mentale in cui versa la rock-star che da lì a breve si sarebbe trasformata in un vero e proprio mostro.

Tornando alle immagini del film, sul secondo inciso il regista ci mostra il seguito della vicenda del ratto dove Pink torna al capanno per constatare amaramente la morte del suo animale. Dopo aver sollevato per la coda il corpo senza vita del roditore, il ragazzo si dirige fuori dal capanno e decide di consegnare il suo animaletto alle acque del fiume. Qui una fila di persone gli passano davanti, una processione allucinante di figure che rappresentano inequivocabilmente tutti i suoi mattoni: il padre, la moglie, il maestro, così come i soldati anonimi che popolavano i suoi sogni di guerra.

Ancora il padre col topo
Ancora il padre col topo

Che tali spaventose figure siano alla base di quei mattoni metaforici che hanno dato forma al suo muro è facile dedurlo, ma che dire del ratto? Roger Waters dichiara, nei commenti del DVD, che la storia ha un riferimento autobiografico. Sarebbe facile considerare la vicenda come l’ennesima citazione autobiografica, alcuni ritengono tuttavia che il topo rappresenti i sogni giovanili dell’uomo e che il rifiuto della madre ad accogliere l’animale sia una metafora che descrive il mancato riconoscimento dell’individualità di Pink da parte del genitore. La morte del topo rappresenta quindi la fine del suo desiderio di autonomia personale e, così come l’animale sprofonda nelle acque del canale, anche quel bisogno di individualità va a finire nelle profondità del suo subconscio.

La vicenda del topo, pur riconoscendone la sua origine autobiografica, potrebbe anche essere collegata a quella visione fugace di cui si parla nel testo, ancora una volta la triste consapevolezza che la vita porti solo dolore, perdite e morte.

La crisalide

In risposta ai ricordi per le perdite che ha subito, la processione di tutti i mattoni del proprio muro sotto forma di fantasmi del passato fa si che Pink si ritiri ancora di più in se stesso, difficile oramai riuscire a rimediare: l’uomo viene portato alla realtà ma non è più la stessa persona di prima; nel momento in cui la sua equipe lo porta in fondo al corridoio, la carne sul suo braccio comincia a trasformarsi in bozzoli che si estendono dal petto al viso fino a coprirne il corpo.

Dopo aver raggiunto la limousine, sul sedile posteriore la rock-star è oramai una crisalide che aspetta di uscire fuori dal suo guscio, un’immagine che ricorda le facce senza volto indossate dai bambini di Another Brick in the Wall pt. 2. In effetti fino ad ora la personalità di Pink è stata modellata dagli eventi della sua vita e dalle persone con cui si è relazionato. Egli ha creato la propria identità sulla base delle vicende che lo hanno segnato: la perdita del padre, lo sguardo paranoico e vigile della madre, la rigidità del maestro, l’infedeltà della moglie, gli applausi dei suoi fan ignoranti, Pink ha permesso a tutti loro di modellare il proprio volto… fino ad ora.

La rinascita

E’ arrivato il momento di fare i conti con tutto quanto, i mattoni, il muro, tutte le emozioni negative che aveva a lungo represso. Tutto il dolore, l’odio, i sentimenti di perdita e delusione salgono in superficie in una nuova incarnazione che, liberatasi dal guscio, si presenta come un uomo che indossa una divisa nera d’ispirazione fascista ed uno sguardo che non tradisce alcuna emozione.

Curiosità

  • Lo scrittore Nicholas Schaffner, nel suo libro Lo scrigno dei segreti, fa riferimento ad un concerto dei Floyd del 1967 per sottolineare il riferimento biografico alla figura di Syd Barrett nella canzone Comfortably Numb. Pare infatti che l’ex frontman della band sia stato trovato in uno spogliatoio totalmente catatonico. June Bolan (l’allora compagna di Syd) gridò all’uomo “Syd, sono June, guardami” mentre il direttore di scena continuava a gridare “E’ ora di andare, è ora di andare!” (Time to go!). June ricorda ancora: “Roger ed io l’abbiamo preso di forza e portato sul palco, gli abbiamo messo la chitarra al collo e posizionato davanti al microfono“.
  • A differenza di molte delle canzoni di The Wall, la musica di Comfortably Numb fu composta quasi interamente da Gilmour che inizialmente l’aveva scritta per il suo primo album da solista (in coda il player con la demo).
  • Secondo la rivista Rolling Stone, il testo deriva da un’esperienza personale di Waters. Durante il tour per la promozione di Animals del 1977, il dottore aveva dovuto iniettargli un medicinale per l’epatite prima di un concerto a Philadelphia. A proposito di quel fatto Waters ha detto: « Quello è stato il tour più lungo della mia vita, tentare di fare uno show quando puoi a malapena sollevare le braccia »
  • A proposito della riga When I was a child I had a fever/My hands felt just like two balloons del ritornello, Roger Waters spiegò a Mojo Magazine (Dicembre 2009): Ricordo di aver avuto l’influenza o qualcosa del genere, un’infezione che ha portato la mia temperatura a 105 rendendomi delirante. Non ho avuto esattamente le mani come palloni, ma sembravano davvero grandi, spaventose. Molta gente pensa che quella frase riguardi la masturbazione. Dio solo sa perchè.
  • Il secondo assolo di Gilmour in Comfortably Numb figura nell’elenco dei Best Guitar Solo of All Time (Migliori Assoli di Chitarra di Tutti i Tempi). Nell’Agosto del 2006, tramite un sondaggio sul canale televisivo musicale Planet Rock, i telespettatori lo votarono come il più grande assolo di tutti i tempi. Riguardo la tecnica, Gilmour ha usato un plettro duro sulla sua Fender Stratocaster con manico in acero, distorsione Big Muff, delay servito da un amplificatore Hiwatt ed una cassa rotante Yamaha Ra-200. Gilmour ha detto a Guitar World che la composizione del solo non gli ha rubato molto tempo: Sono solo andato in studio e registrato 5 o 6 assoli. Da lì ho seguito la mia consueta procedura che è quella di ascoltare ogni assolo e segnare le parti che sono buone e quelle che sono meno buone. In altre parole, creo un grafico mettendo segni sulle diverse parti dell’assolo, un segno se è buono, due se veramente buono, una croce se non c’è niente da prendere. Poi seguo semplicemente il grafico, montando tra loro le parti venute meglio. A volte ti ritrovi a saltare tra una frase e l’altra in maniera innaturale, lì devi chiaramente inventare qualcosa di nuovo. Questo è il modo in cui ho creato l’assolo di Comfortably Numb. Non è stato difficile.
Comfortably Numb – Demo originale di David Gilmour

Formazione

  • David Gilmour – chitarre, basso, pedal steel guitar, sintetizzatore Prophet-5, voce
  • Nick Mason – batteria
  • Roger Waters – voce, basso
  • Richard Wright – organo
  • Lee Ritenour – chitarra acustica
  • The New York Symphony Orchestra

Immagini

ANALISI CRITICA A PINK FLOYD THE WALL DI ALAN PARKER


PINKFLOYDTHEWALL.IT – LA VERA STORIA DIETRO IL MURO © 2011-2023 Nicola Randone. Lyrics / Artwork © 1979 Pink Floyd / Gerald Scarfe. Images from the movie © 1982 Sony Music Entertainment. E’ facoltà di chi lo desidera riportare i contenuti della presente opera a patto di citare la fonte e comunque nella sola eventualità che si tratti di progetti senza finalità di lucro. Ogni uso non autorizzato dei testi sarà perseguito nei termini di legge.

6 commenti

  • Nella parte in cui si vedono sfiliare “tutti i mattoni” di Pink avete notato che le sopracciglia di tutti i personaggi sono arcuate e un pò malvagie? E’ possibile che Pink abbia rasato le sue sopracciglia per liberarsi di quella umanità che invece avevano i suoi mattoni, in modo da non poterne più essere ferito?

  • Nella sequenza di questo brano Pink viene gradualmente coperto da una massa di vermi. Un’altra possibile interpretazione di questo è che molti consumatori di droga (specie i cocainomani) soffrono di questo tipo di allucinazioni, si sentono infestati da parassiti

  • La descrizione dell’ isolamento di Pink “There is no pain, you are receding….” sembra avere un forte e chiaro riferimento a Syd Barrett. Lo stesso Waters lo lascia intendere in una intervista, quando racconta di un episodio che gli accadde durante le sessioni di Wish you were here ( https://youtu.be/ozGKXahND0U?t=313 ).
    E’ come se in quel momento avesse capito in qualche misura quello che doveva essere capitato a Barrett.

    • Ciao DDKing,
      in Confortably Numb sono disseminati innumerevoli riferimenti al vecchio amico di band già da principio, nella scena in cui Pink è catatonico nella camera d’albergo (realmente accaduta).
      Grazie per il tuo intervento

La vera storia dietro il muro

Indice dell’analisi

"Pink Floyd's 'The Wall': Dietro il muro" © 2011-2017 Nicola Randone. Lyrics / Artwork © 1979 Pink Floyd / Gerald Scarfe. Images from the movie © 1982 Sony Music Entertainment.
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